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Distrazione e figli

Nel 2014 uno studio del Massachusetts General Hospital ha dimostrato cosa succede al nostro cervello quando siamo con il nostro cane. Mettendo di fronte ad una donna le foto del proprio figlio e del proprio cane questi ricercatori, tramite risonanza magnetica, hanno verificato e appurato l’attivazione delle stesse zone celebrali preposte solitamente all’affettività, ai legami e alla genitorialità.

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Aggiungendo importanti novità a quello che già si sapeva su questo tema come ad esempio il rilascio di ossitocina alla vista e al contatto con i cani e lo studio del legame di attaccamento secondario dei cani nei confronti degli esseri umani.

Quindi in poche parole il nostro cervello “vede” il nostro cane a tutti gli effetti come un membro della famiglia, un essere a cui dare amore, accudimento e protezione. Questo non vuol dire assolutamente trattare il cane come un bambino ma riconoscere e quindi vivere una affettività più profonda e consapevole nei suoi confronti.

Osservando il comportamento delle altre specie animali non si può che rimanere sbalorditi e affascinati dalla cura, attenzione, consapevolezza e soprattutto “presenza” che mettono in atto accudendo i loro piccoli. Ed è proprio l’ultima caratteristica che mi ha sempre affascinato di più, grazie anche ai miei studi da educatore condotti in #thinkdog che mi hanno permesso di svolgere un lavoro profondo su me stesso, ri-sintonizzandomi su quello che avevo perduto.

Per loro fortuna tutti gli altri mammiferi, al di fuori dell’uomo, nel 2020 ancora non hanno bisogno di un cellulare, di un computer e dei social network. Nella loro immensa semplicità il loro istinto genitoriale è puro e diretto, efficace e evoluzionistico ma soprattutto è l’unico elemento che serve al cucciolo per crescere bene e diventare (forse) un adulto competente.

il mio percorso lavorativo mi ha sempre portato e tuttora mi porta ad osservare le persone. In particolare i cani in passeggiata con il proprio conduttore e mamme e papà con i propri figli. La cosa mi interessa ancora di più perché io stesso, prima di essere un educatore cinofilo, sono il “proprietario” di un cane e il genitore di una nana sdentata.

Ed ecco che l’elemento mancante quasi sempre è la “presenza”. Vedo troppo spesso persone con il proprio cane al telefono. Si osservano scene che se non fossero drammatiche farebbero anche sorridere. Cani che arrancano per arrivare ad un odore che irrimediabilmente non potranno avere il piacere di analizzare in quanto verranno portati via di fretta e furia e in malo modo. Nel migliore dei casi il cane vivrà quella misera passeggiata intorno al caseggiato come un quattrocentista e il proprietario avrà ben sfruttato questa “perdita di tempo” come orario per sbrigare “faccende telefoniche”.

Allo stesso modo vedo mamme e papà che usano il tempo (nella nostra epoca preziosissimo) con i loro figli o al cellulare o a parlare continuamente con altre persone. Tutto questo porta ,a mio avviso, ad un peggioramento della vita sociale e affettiva dei nostri cani e dei nostri figli che a lungo andare genererà gravi ripercussioni.

Noi dobbiamo essere lì con loro e godere del tempo passato insieme. Sperimentare, apprendere e divertirci, riuscire a recuperare quella affettività primordiale quasi selvaggia che stiamo perdendo, quella presenza che i nostri tempi vogliono portarci via e che GIUSTAMENTE i nostri cani e i nostri figli ci chiedono! Altro che giochi e dog sitter! I nostri cani e i nostri figli pretendono il rispetto della scelta fatta(adottare un cane, generare un figlio)nessuno ci ha costretto.

Sento anche spesso che alcuni educatori e addestratori impostano un lavoro sui cuccioli cercando di emulare il comportamento che una femmina di cane adotterebbe nei loro confronti. A loro dire: “quello che la madre farebbe in natura” seguendo “modelli naturali dell’educazione”. Non voglio in questo contesto date un giudizio ma siamo d’accordo tutti sul fatto che:

Siamo una specie diversa dai cani. Gli stessi cani questo lo sanno molto bene già nel cosiddetto “periodo di transizione” ossia dalla prima settimana di vita. Si parla di “impregnazione”.

L’interruzione di alcuni comportamenti da parte di mamma cane e l’incisività della stessa nei confronti dei cuccioli è solo uno dei tantissimi comportamenti (e anche minoritario) del bagaglio genitoriale che metterà in atto nei confronti della sua prole. In realtà c’è molto molto altro e la stessa mamma lo sa molto bene. Qui ci sarebbe da fare un post a parte, spiegando e argomentando ben altre cose ma non voglio dilungarmi.

Ecco quindi che, a mio avviso, training, percorsi cinofili, compiti a casa, sono utili solo se alla base c’è vera presenza e consapevolezza.

Insomma lasciamo il cellulare a casa quando siamo con i nostri cani e i nostri figli, facciamo cose divertenti con loro, DIAMOGLI TEMPO! Diamogli PRESENZA!



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