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COMUNICAZIONE, RELAZIONE & EMOZIONI
Queste sono le tre dinamiche che più rappresentano il mio approccio, sia verso il cane che verso le persone che si affidano a me.
Il metodo cognitivo-relazionale pone al centro del percorso cinofilo il cane e la famiglia, considerandoli come un sistema interconnesso: l’uno non può prescindere dall’altro.
COMUNICAZIONE
Viviamo in un’epoca in cui la comunicazione è al tempo stesso amplificata e compressa dai nuovi strumenti digitali. Questo influisce anche sul nostro modo di comunicare con i cani.
Per loro, comunicare con noi può risultare complesso, non perché non siano capaci – tutt’altro – ma perché spesso siamo noi umani a non riuscire davvero a metterci in ascolto. Siamo più propensi a parlare che a comprendere.
Il cane ci invita invece a vivere nel qui e ora, e ci chiede una comunicazione autentica, mai unilaterale.
Comunicare non è solo trasmettere un messaggio, ma costruire un ponte: un canale vivo che permette alla relazione di crescere e di funzionare anche all’interno del sistema-famiglia.
RELAZIONE
Il cane è un animale sociale e vive il mondo attraverso la qualità delle relazioni che instaura. È attraverso di esse che interpreta la realtà.
Coltivare una relazione sana, empatica e rispettosa con lui ci consente di condividere davvero la nostra vita insieme.
Ogni cane è un individuo unico. Ha sì delle caratteristiche di razza, ma è soprattutto un soggetto con un proprio carattere, bisogni specifici, motivazioni, preferenze e vissuti. Pensare di approcciarlo con schemi standard, comandi rigidi o imposizioni non crea relazione: genera solo controllo.
La relazione autentica nasce quando ci poniamo in ascolto: quando ci chiediamo cosa gli piace, cosa prova, di cosa ha bisogno in quel momento, cosa lo fa stare bene. È lì che la relazione si fa viva e reciprocamente nutriente.
Il compito dell’educatore non è “plasmare” il cane, ma valorizzarne il potenziale. Aiutare la famiglia a comprenderlo, ad affrontare insieme le difficoltà, a vivere esperienze ricche e stimolanti, accompagnandolo verso l’autodeterminazione: la capacità di scegliere le strategie più adatte al contesto, in modo libero e consapevole.
EMOZIONI
Ogni comportamento visibile è solo la punta dell’iceberg. Sotto, ci sono sempre emozioni e bisogni, più o meno soddisfatti.
Possiamo modificare un comportamento, ma non possiamo spegnere un’emozione. E ignorarla significa lavorare solo in superficie, lasciando intatta la vera radice del comportamento.
Condizionamenti e inibizioni possono apparire efficaci nel breve termine, ma non generano consapevolezza né reale apprendimento. Escludere la dimensione emotiva significa negare la parte più profonda e autentica del cane.
Perché ciò che il cane prova è ciò che lui è.
Un percorso educativo che non considera le sue emozioni – e anche le nostre – è un percorso incompleto.
La filosofia che guida il mio lavoro è semplice e profonda allo stesso tempo: dare a ogni cane la possibilità di essere felice, potendosi esprimere per ciò che è.
Non relegarlo alla nostra – del tutto soggettiva – idea di “cane perfetto”, ma accompagnarlo a realizzarsi nella sua unicità.





























