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Immagine del redattoreGiuseppe Loiacono

Esperienza, questa sconosciuta ai nostri pets

Vi siete mai chiesti come mai, soprattutto nel sud Italia, i cani detti “randagi” sembrano molto più avanti dei nostri cani domestici? Aspettano che non ci siano macchine per attraversare la strada, sono pro sociali con esseri umani e non, non fanno danni in giro e non litigano praticamente mai.

Una sola parola ESPERIENZA.

C’è anche della selezione naturale (oggi fortemente compromessa dai noi esseri umani) ma l’esperienza è primaria. I cani di strada hanno la possibilità di vivere in continuazione esperienze positive ma anche negative che li arricchiscono a livello cognitivo, sociale e motorio, insomma fanno i cani a 360 gradi. Queste esperienze sono di gran lunga più potenti e inevitabilmente più determinanti di tutte quelle che potremmo mai far fare ai nostri cani nella loro vita. Chiaramente un cane randagio ha un indice di sopravvivenza molto più basso di un cane che vive in famiglia ma per quanto riguarda l’indice di felicità secondo voi come sono messi? Molte volte precludiamo molte esperienze ai nostri amici, in quanto secondo il nostro punto di vista umano sono pericolose, inadeguate o semplicemente sbagliate. In questo modo però ostacoliamo anche l’apprendimento che quella stessa esperienza porta con se. Con questo non voglio dire che dobbiamo mettere i nostri amici in difficoltà e in situazioni di potenziale pericolo ma semplicemente prendere più consapevolezza che la vita agiata che gli offriamo forse, a volte, non basta per soddisfare a pieno la loro esistenza. Infine la domanda che viene spontanea è: fino a che punto serve ed è utile l’addestramento per come lo conosciamo noi?


https://www.repubblica.it/green-and-blue/2020/01/19/news/cani_randagi_e_non_addestrati_capiscono_i_comandi_dell_uomo-267208211/

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