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  • Immagine del redattoreGiuseppe Loiacono

Voglio condividere con voi questa foto.

Voglio condividere questa foto perché è il traguardo, che a mio avviso, un educatore cinofilo in ogni percorso che si rispetti dovrebbe prefissarsi.

Arrivo al punto:

Siamo abituati a pensare che la qualità di un percorso, di qualsiasi tipo ma soprattutto cinofilo, sia misurabile solo ed esclusivamente dai risultati. Sarei ipocrita e sciocco ad affermare il contrario ma allo stesso tempo anche molto superficiale nel pensare che siano solo i risultati l’unico metro di giudizio per capire se soldi, sacrifici e tempo siano stati ben spesi.

I risultati sono importantissimi quanto gli obbiettivi che si fissano all’inizio tra il professionista e i clienti. Però la capacità di trasmettere “chi è il cane” e nello specifico “quel cane” travalica ogni esercizio o attività che si farà svolgere durante il periodo di affiancamento ai proprietari.

Luna è un pastore tedesco adottato in un canile in Sardegna qualche mese fa, da una bella famiglia di Genova. Questa famiglia un po’ di tempo fa si è rivolta a me per iniziare un percorso di educazione che adesso sta per terminare.

Una delle prime cose che i proprietari mi dissero a inizio percorso era l’assoluta impossibilità di permettere ma Luna di salire sul divano e il divieto di dormire insieme a loro in camera da letto. Quest’ultimo divieto prevedeva inoltre che Luna dormisse in salotto da sola.

Il percorso è stato facile? No come tutti i percorsi. Tutte le volte che si ha a che fare con esseri viventi è così. Alti e bassi, accelerate improvvise e brusche frenate, frustrazione e felicità, successi e sconfitte.

Due giorni fa Alessia mi ha scritto che Luna non solo può salire sul divano insieme ai suoi proprietari ma anche che può dormirci insieme.

Grazie Danilo, Roberta e Alessia, mi avete fatto stampare un sorriso su tutta la faccia e la felicità nel cuore.

Questa per me è la più grande vittoria, perché è da qui che come educatore capisco se un percorso ha portato dei risultati in termini di cambiamento e di trasformazione nelle persone:

“guardare il mondo dalla un’altra prospettiva”.

Un cambiamento che non riguarda solo il cane che, nella maggior parte delle volte, avviene contemporaneamente con la presa di consapevolezza da parte della famiglia.

Nei miei percorsi chiedo tanto alle famiglie... ne sono ben consapevole. Chiedo di mettersi in discussione, di mettere in discussione molte delle loro certezze e convinzioni. Chiedo di “andare incontro” al cane non guardando il comportamento ma quello che sta dietro, facendosi domande e trovando insieme risposte. Chiedo di lavorare tanto in settimana nonostante tutti gli impegni che si hanno, lavorativi e non. Chiedo di eliminare gli alibi che la mente crea.

Lo so chiedo tanto da loro e anche da me stesso.

Ogni percorso crea dei legami particolari con le famiglie e i loro cani.. La miglior ricompensa a livello professionale che potrò mai avere risiede nel vedere persone guardare e ascoltare il proprio cane in modo profondo, presente e consapevole.



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